By Ospite on Lunedì, 09 Gennaio 2017
Posted in Psicologia
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Ho avuto poche storie nella mia vita: due quando avevo 16 anni, una circa 6 anni fa e una adesso. Mi rendo conto di paragonare le relazioni di oggi con le relazioni che ho avuto a 16 anni. Allora ero felice, spensierata, completamente persa nell'altra persona. Quella che ho avuto 6 anni fa invece è stata una storia a distanza in cui non ero sicura che mi piacesse veramente la persona con cui stavo. Dopodiché per 6 anni non ho avuto relazioni. Ho viaggiato e fatto esperienze, ma non esisteva nel mondo neanche una persona che dimostrasse almeno l'interesse di stare con me, o anche di uscire semplicemente. Non ho avuto una vita sentimentale. Se non poche volte nell'ultimo anno, ma si è trattato di sesso e basta, in cui io cercavo l'interesse dell'altro e l'altro non ricambiava. Mi sono addirittura resa conto che, con l'ultimo ragazzo, sono diventata come mi conveniva essere, sentimentalmente arida. Un fantasma. Un automa. E devo dire che stavo proprio bene. Mi sentivo nella mia normalità.
Fino a che non ho incontrato il ragazzo con cui sto. Ci siamo visti e abbiamo fatto sesso subito, come ormai era diventata la mia "routine". Non mi sono posta alcuna domanda. Mi piaceva fisicamente, ci stavo bene lì per lì. Ma si dà il caso che lui abbia mostrato interesse per me. E allora da lì non mi sono mai sentita calma al 100%. Non ho pensato di interrompere la cosa, alla fine non ci stavo male. Fatto sta che stiamo ancora insieme e io sono sempre su un'altalena d'ansia in loop.
Mi rendo conto che effettivamente io provo dei sentimenti per lui, sto effettivamente bene con lui e aborro l'idea di lasciarlo perché è veramente perfetto. Veramente. Ma non faccio a meno di chiedermi se mi sto attaccando a lui perché ho un terribile bisogno di ricevere attenzioni o se veramente voglio stare con lui, e se veramente voglio stare con lui, non posso starci in questo modo. Non faccio che chiedermi se mi piace abbastanza, anche se poi quando passo del tempo con lui sto bene (ma con l'ansia).
Fatto sta che quando ci lasciamo dopo un periodo trascorso insieme (anche questa è una relazione a distanza) piango per ore. Ma quello che riesco a percepire più forte è sempre l'ansia, un'ansia che ha appiattito tutta la mia vita. Mi sento intrappolata in una situazione di cui non ho controllo. E faccio confronti in continuazione con tutto e con tutti, confronti con gli altri, confronti con quello che "dovrebbe essere" una relazione, confronti coi sentimenti che provavo a 16 anni. Io tengo veramente a lui, questo sento di dirlo, ma questa situazione mi sta succhiando via l'energia. Voglio che funzioni con lui e un potenziale fallimento mi spaventa da morire.
Gentile Milena,

grazie del Suo messaggio.
Da quanto scrive Lei sembra temere molto l’intimità emotiva e l’instaurarsi di un legame profondo con un'altra persona, per questo quando aveva incontri esclusivamente sessuali si trovava relativamente bene (cioè si sentiva al sicuro, seppur arida) e le uniche relazioni che ha avuto in età adulta si sono svolte a distanza, mentre quando l’attuale ragazzo ha “sorprendentemente” mostrato interesse per Lei come persona ha iniziato a provare ansia e agitazione.
Probabilmente per Lei in questo momento è difficile entrare in contatto con le Sue emozioni e per questo non sa che cosa prova veramente per lui, perché Lei teme se entra in contatto con le Sue emozioni di poter perdere il controllo.
Le relazioni in cui si sviluppa un legame di attaccamento paiono essere per Lei fonte di grande ansia, perché ha paura di poter essere delusa o abbandonata, per questo piange per ore quando si lascia con il Suo ragazzo dopo un periodo trascorso insieme e un potenziale fallimento di questa relazione la spaventa da morire.
Se si rispecchia in parte in questa descrizione, che rappresentano semplicemente la mia prima impressione a caldo leggendo le poche righe che mi ha scritto, le ragioni di questo Suo modo di sentire e relazionarsi non vanno ricercate tanto nella relazione attuale, quanto nella Sua storia di vita e in particolare con le relazioni che Lei ha sviluppato a partire da quando era piccola nella Sua famiglia di origine e soprattutto con i Suoi genitori.
Ciò che se si guarda solo il momento attuale può apparire assurdo o insensato, può diventare molto più chiaro e logico se si allarga lo sguardo alle relazioni che Lei ha sviluppato in tutta la Sua vita con le persone che per Lei sono state affettivamente significative.
Acquisire maggiore consapevolezza sul perché ci si sente in un certo modo è il primo passo per comprendere che magari certe emozioni e comportamenti erano molto sensati in passato, ma possono essere meno adatti alla situazione attuale. Comprendere la propria storia aiuta cioè a liberarsi da vecchi schemi disfunzionali del passato e diventare molto più liberi di vivere la propria vita presente in un modo più pieno, sereno e soddisfacente. Per fare questo La invito di cuore a intraprendere un percorso di psicoterapia, da cui sono convinto potrà ricavare enorme giovamento.

In bocca al lupo!
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circa 8 anni fa
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Salve. Vivo questo problema. Ogni qualvolta inizio una reazione con una ragazza inizio a vivere nell'ansia. Non ho dubbi o paure sul partner ma su me stesso. Inizio ad aver paura che ogni cosa che faccio o non faccio, dico o non dico, sia un pretesto per far si che quella persona possa lasciarmi. La situazione attuale è questa: mi sono innamorato di una ragazza meravigliosa, dolcissima. Fin qui tutto bene, ero me stesso felice e spontaneo. Abbiamo deciso di iniziare una storia insieme e da quasi un mese stiamo insieme. Lei è felicissima e mi accorgo che mi ama tantissimo. Io invece ho paura di ogni cosa che faccio nei suoi confronti, ho paura di non essere più spontaneo come il mio solito e vivo ogni incontro con lei più come una prestazione e l'attesa di questo incontro come se aspettassi un esame. Ho molta paura che tutto ciò rovini (e lo sta già facendo) la mia relazione come altre volte . Cosa devo fare per vivere con serenità e spontaneità questa storia?
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circa 6 anni fa
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Caro Denny,
a volte può capitare che, quando viviamo qualcosa di bello, siamo spaventati di riuscire a godercelo fino in fondo e attiviamo inconsapevolmente meccanismi di auto sabotaggio che ci ostacolano nel vivere serenamente e spontaneamente una relazione ricca di soddisfazione.
A volte la paura e il timore di non essere amati come desideriamo, di non essere accettati come vogliamo, di essere apprezzati come speriamo ci ostacola a vivere spontaneamente e serenamente relazioni positive e costruttive che potrebbero arricchire la nostra vita: così di fatto mettiamo in atto meccanismo di auto sabotaggio che ci ostacolano a vivere serenamente una cosa bella per noi.
Potrebbe valer la pena comprendere le origini di queste paure e di questi timori che sembrano non aver a che fare con questa relazione in sé ma avere un’origine più lontana nel tempo: Le chiedo a tal proposito “quanto da bambino si è sentito amato, accettato, apprezzato?” E ancora Le chiedo “quanto ora da adulto sente di meritare amore, accettazione e apprezzamento?”.
Sarebbe importante riuscire a comprenderne l’origine, in modo tale che Lei possa far fronte a tali paure e a tali timori, non mettendo a rischio la bellezza di questa relazione e godendo fino in fondo di quello che di bello Le sta donando questa ragazza!
In bocca al lupo!
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circa 6 anni fa
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