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Apri un dialogo nuovo

  Venerdì, 05 Febbraio 2016
  1 Risposta
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Buongiorno,
sono Alessandro, un ragazzo sulla ventina, studente universitario. Forse il malessere che sto per pubblicare può risultare banale, ma sono in uno stato di costante conflitto con me stesso, a parer mio, esagerato per essere così giovane. Provo a spiegarmi come meglio posso: diversi eventi della mia vita mi hanno portato ad essere ciò che sono ora.
Un evento in particolare è la mia nascita. Sì, il venire alla luce è stato un evento a dir poco unico, ma posso dire di aver lottato con le unghie e coi denti per essere nato solo al sesto mese senza aver avuto alcuna malformazione, nonostante mia madre fosse praticamente impossibilitata nel portare in grembo una forma di vita per via di uno strano meccanismo dei suoi organi genitali. Questo farmi sentire "nato per qualcosa di unico" mi sta accompagnando come un'ombra e nel vedere che la mia vita non ha compiuto grandi traguardi come ho sempre creduto mi conduce a sottovalutarmi e criticare costantemente il mio operato.
Da bambino in particolare vedevo la mia vita scorrere davanti, come se non volessi viverla, a causa del mio disagio con gli altri miei coetanei e spesso ancora ho questa abitudine di fronte ai miei amici. A causa di questo meccanismo, tendo a dare risposte superficiali quando ho stabilito un legame particolarmente intimo (più frequentemente con le ragazze), spesso portando a dover costruire fra me e l'altro un muro, o peggio, una porta da cui non ho più accesso, ma che mi consente di avere ancora una conversazione, per quanto possa definirsi tale. Penso che non ci sia modo peggiore per uccidermi interiormente.
Il mio unico desiderio è riuscire ad annichilire le mie debolezze, rafforzare le mie qualità ed apprezzarmi per ciò che sono diventato; riuscire a valutare quali risposte vadano bene e quali no; quali parole usare per fare colpo su una ragazza. Più vado avanti e più sono consapevole di essere il peggior nemico di me stesso, sebbene io sia apprezzato da tutti, compresi ciò che per me sono nemici, in quanto per mia natura offro loro uno spazio enorme nel dialogo, esponendosi poco nei giudizi.
Rimango in attesa di risposte e una possibile via di uscita.
Gentile Alessandro,
grazie del Suo messaggio, da cui traspare una grande fatica e sofferenza: sembra che Lei abbia iniziato a lottare per venire alla luce e che poi non si sia mai fermato, continuando a combattere una battaglia costante con sé stesso e con gli altri.
Lei è nato per qualcosa di unico, né più né meno di ciascuno di noi. Il fatto di sentirsi in dovere di raggiungere grandi traguardi e destinato ad un destino “speciale” può essere una grossa trappola, che La fa sentire a volte superiore e a volte inferiore agli altri, ma quindi sempre diverso e per questo inevitabilmente solo.
Credo che ci siano in Lei diverse parti o aspetti che sono in forte conflitto fra loro e che francamente stia andando nella direzione sbagliata. Lei, probabilmente per paura, rabbia e confusione, tende a costruire muri invece che ponti, a uccidersi interiormente invece di salvarsi, a cercare di annichilire le Sue debolezze anziché accoglierle, comprenderle e eventualmente trasformarle.
Sul piano fisico esistono malattie autoimmuni in cui l’organismo invece che aggredire minacce esterne (come i virus o altri agenti patogeni) inizia ad attaccare se stesso: mi sembra sia quello che sta avvenendo in Lei sul piano psicologico e per questo giustamente a volte si sente “il peggior nemico di sé stesso”. Ha bisogno dell’aiuto di uno psicoterapeuta esperto che stia al Suo fianco in modo incondizionato e senza giudizi, che La aiuti a sentirsi meno solo e più sicuro nell’aprire porte e cassetti per esplorare bisogni e paure contrapposte che abitano dentro di Lei, che La guidi nel comprenderle, accettarle e integrarle.
Il viaggio che La attende è faticoso, difficile e ricco di insidie, ma se lo intraprenderà Le permetterà di riappropriarsi di sé stesso nella Sua interezza, di diventare veramente padrone della Sua vita e di poterne finalmente assaporare anche la gioia e la leggerezza! In bocca al lupo.
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