Depressione
Guarire dalla depressione
La depressione: in che forme si manifesta?
La depressione si distingue dalla semplice tristezza per un basso tono dell’umore costante nel tempo e difficilmente modificabile da eventi esterni, non legato ad uno specifico motivo o comunque sproporzionato rispetto ad esso.
La depressione è un sintomo molto complesso e che può assumere molteplici forme, è un problema che affligge sempre più persone nel mondo occidentale e per cui si ricorre maggiormente allo psicoterapeuta.
Si stima che in Italia possa essere affetta in qualche modo da depressione fino al 10% della popolazione e questa percentuale è in costante crescita negli ultimi anni. Il rischio di soffrire di depressione colpisce più le donne che gli uomini, aumenta in correlazione con l’avanzare dell’età ed è più alto per le persone che vivono in grandi città come Milano
Si parla di "depressioni reattive" quando esse hanno un’origine o un motivo abbastanza preciso, per esempio sorgono in seguito al lutto per la morte di una persona cara, o per un evento doloroso (come la fine di una relazione o la perdita del lavoro) o ancora sono conseguenti ad un grosso cambiamento (come la nascita di un figlio).
Si parla invece di "depressioni endogene" quando la depressione si manifesta in modo spesso più sottile e persistente nel tempo senza nessuna causa apparente o con molti diversi motivi concomitanti.
In questo caso si distingue la "depressione monopolare" in cui lo stato dell’umore rimane basso in modo piuttosto costante dalla "depressione bipolare", in cui fasi di umore basso si alternano ad altre di umore eccessivamente alto, quasi euforico (in cui per esempio si tende ad essere iperattivi, dormire pochissimo e fare tantissime cose).
La “distimia” è il termine scientifico con cui ci si riferisce alle forme di depressione più lievi e meno invalidanti. Il termine “depressione” viene infatti impropriamente utilizzato nel linguaggio comune per indicare un ampio ambito di disturbi, anche molto diversi fra loro rispetto a sintomi, origine ed intensità, generando spesso confusione e paure ingiustificate.
La depressione: come nasce?
Ci sono molte diverse teorie rispetto alla depressione, anche se è ormai universalmente riconosciuto un modello multifattoriale in cui ad una predisposizione di origine familiare e genetica si uniscono fattori prettamente psicologici, legati sostanzialmente ad una scarsa stima di sé stessi.
Questa bassa autostima può essere dovuta in alcuni casi a veri e propri traumi subiti da piccoli, perché un contesto di violenze, abusi o deprivazioni può facilmente portare il bambino a non percepire il proprio valore di persona e a non sentire di meritare di essere amato semplicemente per il fatto di esistere.
In altri casi, in modo più sottile, il bambino viene accudito in modo molto amorevole dai propri genitori nella prima infanzia, ma proprio per questo ben presto sente di avere sulle proprie spalle grandissime aspettative, di cui teme di non poter essere all’altezza.
Il bambino rischia allora di sentire che potrà continuare ad essere amato solo se sarà abbastanza bravo e raggiungerà grandi obiettivi, percepisce quindi che sarà accettato solo se diventerà una persona speciale e soddisferà tutte le aspettative, anche quelle inespresse, dei genitori su di lui.
Il bambino crescendo si può così costruire una vera e propria soffocante prigione mentale in cui la persona sente di non fare mai abbastanza e si costruisce una vita piena di doveri sempre più opprimenti.
In questi casi la crisi depressiva può a volte giungere anche in età adulta quando la persona inizia ad avere chiaro di non aver realizzato o che non potrà realizzare il grandioso ideale di vita a cui si sentiva destinato (in termini di carriera e successo) e si sente per questo fallita.
Tipicamente il depresso fa infatti dipendere la propria autostima dall’esterno invece che dall’interno, ha un costante e insaziabile bisogno di conferme dagli altri e pur di ottenerle sacrifica i propri bisogni più profondi sentendosi così in realtà sempre più insoddisfatto.
La depressione: come si sviluppa?
Per il depresso non esiste mai una cosa che non va bene: è ogni cosa e campo della sua vita che non funziona come dovrebbe. Il depresso tende a dirigere tutta la propria attenzione costantemente verso ciò che non va e mai verso ciò che va bene già così come è e che potrebbe essere fonte di gioia e di soddisfazione.
Per questo il depresso tende a sviluppare aspettative negative nei confronti degli altri, di sé stesso e del proprio futuro, che spesso non riesce nemmeno ad immaginare, avendo lo sguardo molto più rivolto al passato.
Utilizza specifici meccanismi mentali come per esempio la generalizzazione: se una cosa è andata male, tutte le altre andranno ancora peggio.
Si colpevolizza in modo distruttivo e distorto: assume colpe per avvenimenti che non dipendono in alcun modo da lui, ma difficilmente si assume la responsabilità di cambiare la propria vita a partire dal presente.
E’ passivo spesso in un modo che risulta esasperante per gli altri e inconsapevolmente esprime in questo modo la rabbia che prova per le persone intorno a lui.
La depressione: come si guarisce?
Nelle depressioni reattive (per esempio conseguenti ad un lutto o cambiamento) la psicoterapia ha di solito una funzione soprattutto di contenimento e sostegno, aiuta la persona ad esprimere ed elaborare il proprio dolore e accompagna nella costruzione di un nuovo equilibrio in seguito all’evento vissuto.
In questi casi il percorso richiesto è generalmente piuttosto breve e porta facilmente ad ottimi risultati. Rispetto a depressioni derivanti da uno o più eventi traumatici è molto utile l’utilizzo della tecnica EMDR per far fluire e liberarsi delle emozioni negative rimaste bloccate.
Dalla depressione endogena non legata ad una causa specifica è più difficile guarire.
Il problema maggiore che si riscontra nella psicoterapia è che solitamente il depresso la considera quasi completamente inutile, tende facilmente a svalutare tutto quanto può venire detto o fatto anche in questo contesto, si scoraggia molto facilmente se non vede risultati immediati e tende perciò facilmente ad abbandonare il percorso prima della sua conclusione.
Anche i farmaci da soli di solito non risolvono il problema (in alcuni casi possono addirittura aggravarlo creando una dipendenza artificiale da una sostanza esterna), ma in alcuni casi (se ben dosati e presi con regolarità) possono invece costituire un prezioso affiancamento alla psicoterapia e sono addirittura indispensabili nel caso di depressioni particolarmente gravi e soprattutto quando si può ravvisare un rischio concreto di atti autolesivi.
Guarire dalla depressione spesso quindi non è facile, ma è realmente possibile e quando questo avviene, se ne esce di solito incredibilmente rafforzati.
La persona depressa infatti di solito vuole farla finita, ma non con la vita in generale, bensì con la vita che ha vissuto fino ad allora.
Frequentemente il depresso si sente intrappolato in una vita monotona e priva di piacere, una vita che non è la sua, ma che è invece quella che crede gli altri si aspettino da lui.
In questo senso la depressione può costituire una straordinaria opportunità di cambiamento e trasformazione, la depressione può rappresentare la possibilità di entrare finalmente in contatto con i propri bisogni più profondi e reali per rinascere ad una nuova vita.
E’ un po’ come un bruco, che deve costruirsi intorno un bozzolo in cui sta chiuso per qualche tempo con poca aria e senza luce prima di potersi trasformare in una bellissima farfalla e spiccare finalmente il volo!
La depressione: cosa fare ora?
Perché una psicoterapia possa essere realmente efficace è indispensabile che sia il diretto interessato a scegliere di intraprenderla. I familiari e gli amici non possono in questo senso fare quasi niente, se non cogliere ed indirizzare una eventuale disponibilità della persona a consultarsi con uno psicoterapeuta, anche per un singolo colloquio informativo.
Intraprendere una psicoterapia è sempre e comunque una scelta personale ed individuale: solo così ci sarà la determinazione necessaria per giungere al termine del percorso e riappropriarsi veramente della propria vita.
In questo articolo sono contenute solo alcune semplici considerazioni sulla depressione proposte dal Dott. Claudio Sessa Vitali, basate sui suoi studi e sulla sua esperienza clinica in merito.
La depressione è però un tema estremamente variegato e ricco di molte diverse sfaccettature, per cui è particolarmente forte il rischio di generalizzazioni e semplificazioni che non rendono ragione della complessità dell’animo umano e delle notevoli differenze individuali.
Pur potendo trovare in questo sito altre informazioni relative all'argomento della depressione, niente sostituisce l’incontro di persona con uno psicoterapeuta per avere una consulenza personale rispetto alla specifica situazione che state vivendo.