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Impostazione teorica

Lo "Studio Kaleidos - Psicologia per il Cambiamento" nasce da una profonda convinzione: ogni situazione, se guardata da una prospettiva diversa, può iniziare a cambiare, così come le immagini all'interno di un caleidoscopio, un cilindro "magico" nel quale gli stessi pezzi di vetro colorati, a seconda di come si specchiano, formano immagini sempre nuove.

La nostra impostazione teorica si basa sulla psicologia sistemico-relazionale (propria della scuola del Milan Approch di Gianfranco Cecchin e Luigi Boscolo) con alcuni recenti sviluppi del socio-costruzionismo (approfonditi, fra gli altri, da Antonio Caruso).

Crediamo cioè che ogni persona dia un senso alla propria esperienza in base alle relazioni che sperimenta con gli altri e al contesto in cui vive. Per esempio, una persona che si lava i denti è normale o è pazza?

Per noi è impossibile rispondere a questa domanda senza aver prima visto il contesto che c'è intorno, nella fattispecie si sta lavando i denti in bagno o su un autobus?

In modo simile in alcune culture africane è perfettamente normale restare a seno scoperto, mentre è offensivo se le gambe non sono completamente coperte: nella cultura italiana di solito è esattamente il contrario.

Ma, in modo meno evidente, anche ogni persona, famiglia, ambito lavorativo, gruppo di amici ha una sua specifica cultura in cui alcune cose sono considerate normali e accettabili ed altre no... Per noi se si prescinde da questo non si può capire fino in fondo la situazione.

Siamo anche convinti che la nostra vita e la sua qualità dipendano in gran parte dal significato che attribuiamo alle relazioni e agli avvenimenti che ci capitano.

Esistono persone che hanno vissuto grandi tragedie e riescono comunque a sentirsi serene e realizzate, altre che per questioni apparentemente insignificanti stanno estremamente male: i vissuti sono molto soggettivi.

Scopo dell'attività dello Studio Kaleidos è permettere alle persone di sperimentare una diversa lettura del passato, che consenta di guardare in modo nuovo al presente e di costruire più liberamente il proprio futuro.

Per fare un esempio, per noi è molto diverso se una persona considera le disgrazie che gli sono capitate come un accanirsi del fato contro di lui o come un percorso di crescita che lo ha reso più forte: nel primo caso il soggetto si prefigurerà un futuro di sofferenza e si chiuderà in se stesso, nel secondo si preparerà ad un avvenire di serenità e sarà desideroso di fare nuove esperienze.

All’interno di questa cornice, uno strumento di lavoro eccezionale è l’approccio E.M.D.R. (sigla che indica la desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari) e il modello A.I.P (o modello del Processamento Adattivo dell’Informazione) sviluppato da Francine Shapiro.

Secondo questo approccio, la nostra mente è in grado di elaborare ed integrare meravigliosamente la gran parte delle esperienze che viviamo, e solo quando la persona si trova di fronte ad un evento traumatico o stressante (che suscita una forte emozione) in quel momento il cervello non riesce ad elaborare e immagazzinare adeguatamente quell’esperienza, perché deve concentrare tutte le risorse nel gestire la situazione in corso e per questo alcune esperienze possono restare immagazzinate in modo disfunzionale nel cervello e rimanere come “congelate” mantenendo frammenti di immagini o suoni, pensieri disfunzionali, emozioni e sensazioni fisiche che rimangono intatte in tutta la loro intensità anche a distanza di moltissimi anni e possono facilmente venire riattivate da situazioni simili.

Per esempio, se ho fatto un incidente frontale con una macchina di colore azzurro è possibile che anche a distanza di tempo, ogni volta che incrocio una macchina di quel colore senta una sensazione di ansia, al di là di tutti i ragionamenti razionali perché quello stimolo (la macchina azzurra) si connette con le emozioni di un ricordo traumatico immagazzinato in modo disfunzionale.

O, in modo simile, è possibile che il capo che mi critica in ufficio mi crei un’angoscia abnorme e sproporzionata al richiamo subito, perché si connette ad altri ricordi, magari di quando mio padre mi sgridava da piccolo.

Secondo il modello del Processamento Adattivo dell’Informazione il cervello ha una capacità innata e spontanea di autoguarigione analoga a quella che, a livello fisico, permette alla pelle di rimarginarsi dopo una ferita.

L’approccio E.M.D.R. sfrutta in modo strutturato questa capacità innata e, riportando il cervello su un ricordo traumatico e stressante in un contesto di sicurezza (lo studio del terapeuta) permette di completare quell’elaborazione ed integrazione che non era stato possibile compiere nel contesto originario.

L’approccio E.M.D.R. è estremamente moderno (si è sviluppato solo negli ultimi 25 anni), ma di un’efficacia comprovata da decine di studi scientifici e dal 2012 è indicato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come particolarmente efficace per il superamento di episodi traumatici o stressanti.

Impostazione Teorica: Psicoterapia Sistemico Relazionale e EMDR a Milano in zona porta Venezia presso lo psicologo dello Studio Kaleidos

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